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La Storia
GENESI DELLA "LONA"
Ancora durante la seconda guerra mondiale, la forza di combattimento di una nazione
si valutava in base alle opere fortificate; esse rappresentavano il principale
lemento deterrente nei confronti di un possibile aggressore. In quest’ottica nel
recente passato la linea LONA ha avuto un compito fondamentale che
non si limitava al solo rinforzo della linea difensiva del Ticino.
Essa fungeva da ultimo e centrale chiavistello di tutto il sistema difensivo “sud”
prima dell’attacco al ridotto e contemporaneamente preservava
le difese di Bellinzona da un attacco alle spalle svolto con truppe aviotrasportate.
Così inquadrato il valore tattico-operativo della LONA
lascia capire perché gran parte dei militi ticinesi abbia servito
la Patria proprio in questo settore e qui abbia lasciato ricordi
e sudore guadagnandosi, oltre al “soldo” camerateria e gratitudine.
Parti delle importanti opere di fortificazione sono state recentemente
dichiarate protette per il loro indubbio valore storico e architettonico-militare.
(Inventario ADAB). Il solo fuoco delle artiglierie senza il
contributo del fante non avrebbe fermato l’aggressore.
Quindi il fante della LONA aveva due compiti: proteggere
le installazioni di fortezza e contrattaccare l’avversario
già indebolito dal fuoco dei cannoni amici.
Un esempio di simbiosi che rende quasi naturale la
creazione del museo di fanteria all’interno di
una vecchia opera d’artiglieria perfettamente restaurata.